COM'E ORGANIZZATA LA CAMERA OSCURA
La camera oscura e il luogo dove sono sviluppate le pellicole e le stampe.
Nello sviluppare la pellicola e d'importanza vitale permettere alle varie soluzioni di agire uniformemente sull'emulsione, nella giusta sequenza, e in un periodo di tempo e ad una temperature che dare il grado di sviluppo, di fissaggio e di lavaggio richiesti. Per sviluppare le pellicole non è indispensabile una camera oscura: può essere utilizzata una stanza qualsiasi, e sufficiente che non ci sia infiltrazione di luce dall'esterno ma deve essere attrezzata di acqua corrente e luce di sicurezza rossa o giallo-verde. Poter adattare una stanza a camera oscura consente di far fronte con tranquillità a tutte le fasi di lavoro, dal caricamento della pellicola alla stampa.
I piani di lavoro devono consentire spostamenti facilitati: il caricamento della pellicola deve essere effettuato in prossimità delta tank, l'ingranditore non dovrà essere posto vicino alle bacinelle, ma in un posto comodo in modo da consentire un rapido passaggio alto sviluppo, al lavaggio e al fissaggio. II locale deve essere ben ventilato.
E necessario un locale poco illuminato per caricare la pellicola nell'apposita tank per lo sviluppo in luce diurna, tutte le altre operazioni possono essere eseguite con illuminazione ambiente normale, preferibilmente dentro o vicino a un lavello con acqua corrente calda e fredda. La tank incorpora una "spirale" su cui la pellicola si avvolge a serpentina. Ciò permette ai bagni di circolare e di agire uniformemente su tutta L'emulsione. Quando la spirale e al sicuro nella tank ed il coperchio e chiuso ermeticamente, e possibile far affluire e defluire i bagni occorrenti nella tank stessa attraverso un'apertura praticata in genere nel coperchio e attraverso la quale non può filtrare la luce. Importante e la netta separazione tra le fasi di lavoro "asciutte" e "umide" cosi la spirale ben asciutta, deve essere caricata nella tank a distanza di sicurezza dal lavello: anche le mani dell'operatore devono essere asciutte. Tenete le bottiglie o i contenitori delle soluzioni sistemate nella giusta sequenza, dentro o vicini al lavello. L'attrezzatura necessaria allo sviluppo e alla stampa e di norma la seguente:
Tank: è un contenitore a chiusura ermetica, in plastica o in acciaio inossidabile. Alcuni modelli contengono una spirale la cui ampiezza può variare a piacere, così da poter accettare sia pellicole in rullo che a 35mm.
Spirali per pellicole, in diversi formati.
Recipienti per le soluzioni di sviluppo e stampa, sono dei contenitori graduati di diverse capacità preferibilmente di materiale plastico.
Imbuto, per travasare i bagni.
Filtro per acqua.
Soluzioni per Io sviluppo e la stampa.
Contenitore per la conservazione dei liquidi dopo l'uso.
Pinze per pellicole, mollette da utilizzare a processo ultimato, da attaccare alle due estremità della pellicola quando a stesa ad asciugare.
Forbici.
Sostegni per l'asciugatura delle pellicole.
Ingranditore: è simile ad un proiettore per diapositive ma montato verticalmente: consente di ingrandire alcuni particolari o tutta l'immagine tracciata sul negativo. E possibile scurire o schiarire determinate aree dell'immagine e creare innumerevoli effetti speciali.
Può avvalersi di due diverse sorgenti luminose: l'una, la tradizionale lampada al tungsteno con sistema a condensatore che da una luce dura e omogenea; l'altra a catodo freddo con diffusore al posto del condensatore che da luce morbida e uniforme. Testa fissa o girevole, porta negativi in vari formati, colonna graduata, contenitori porta filtri, base ampia con marginatore. Obiettivi per l'ingranditore, studiati per dare la massima qualità dell'immagine, resistenti alle alte temperature poiché la luce e il calore dovranno passare attraverso l'obiettivo, il diaframma sarà a scatti ben avvertibili al buio.
Filtri per ingranditore, utili per un uso di carte multigrade.
Carta fotografica (baritata, politenata, ed altre).
Timer o contaminuti, per lo sviluppo del negativo e delle stampe collegato all'ingranditore.
Marginatore: la sua funzione e quella di tenere ben piana la carta fotografica durante l'ingrandimento nonché creare su questo un bordino bianco.
Bacinelle per stampa, di varie misure per utilizzare fogli di vari formati.
Pinze per stampe in metallo, plastica o materiale naturale, per trasferire le stampe nei vari bagni.
Guanti.
Termometro, per controllare le temperature delle varie soluzioni di sviluppo e stampa.
Lente d'ingrandimento (focometro), utilizzata per visualizzare la perfetta messa a fuoco dell'ingrandimento sulla stampa. Viene appoggiata sul marginatore.
Esposimetro: nonostante l'utilità del provini e impiegato per una tecnica più specifica dell'ingrandimento. Serve a calcolare automaticamente l'intensità della luce dell'ingranditore, la densità del negativo, il rapporto d'ingrandimento e il diaframma.
Sostegni per l'essiccazione delle stampe.
Camera oscura ideale. Per chi non ha questa possibilita' un'ottima alternativa e' il bagno di casa.
Lo sviluppo del negativo
MATERIALE OCCORRENTE PER LO SVILUPPO
II materiale, considerato "standard", necessario per sviluppare le pellicole è piuttosto semplice e relativamente economico e consente di trattare indifferentemente sia pellicole del tipo 35 mm che del 120 mm. Numerose case producono componenti sostanzialmente simili, tutti di buona qualità, ma non intercambiabili tra loro.
II materiale indispensabile è il seguente:
Tank universale: come detto in precedenza, è un cilindro cavo di plastica, chiudibile con un coperchio a tenuta di luce che permette il passaggio (riempimento e svuotamento) delle soluzioni necessarie per il processo di sviluppo, in piena luce. Le pellicole si caricano dentro speciali spirali di nylon o, più raramente, di metallo, che si inseriscono su un perno centrale, collocato nella tank; questa fase di caricamento avviene al buio totale. Le operazioni di sviluppo vere e proprie, invece, si eseguono alla luce ambiente. Le tank reperibili in commercio consentono di contenere, secondo i modelli, da una a otto spirali, per il trattamento contemporaneo di più pellicole.
Spirali per pellicole: si tratta di vere e proprie spirali di nylon o di metallo, i cui avvolgimenti fanno da guida alle pellicole. La pellicola va inserita nella spirale con movimento di "va e vieni" delle due facce della spirale.
Agitatore di spirali: ogni tank è corredata di un agitatore che innesta sul perno centrale dall'esterno, per far ruotare velocemente le spirali non appena si sono finiti di versare i vari liquidi: questa rotazione ha lo scopo di distribuire omogeneamente le soluzioni sulle pellicole (per questo le spirali sono traforate), evitando bolle d'aria che causerebbero danni irreparabili alla pellicola.
Iniettore di lavaggio: consiste in un tubo di gomma o plastica che collega il rubinetto dell'acqua alla tank, garantendo un lavaggio energico, efficace e rapido.
Termometro: è assolutamente necessario per conoscere la temperatura del bagno di sviluppo.
Imbuto: serve per versare le soluzioni da riutilizzare (soprattutto il fissaggio) dalla tank alla bottiglia di conservazione; dopo l'uso necessita di un accurato lavaggio.
Cilindro graduato: serve per misurare le soluzioni concentrate da diluire al momento dell'uso.
Bottiglie: sono indispensabili per conservare le soluzioni di lavoro da riutilizzare. Dopo averle riempite è consigliabile eliminare l'aria contenuta tra il liquido e il tappo di chiusura, per evitare l'ossidazione delle soluzioni. Dopo lo svuotamento di una soluzione esaurita è consigliabile pulire a fondo la bottiglia. Gli sviluppi, in ogni caso, devono essere conservati in bottiglie scure.
Oltre al materiale che abbiamo descritto, sono necessari: un paio di forbici per arrotondare la coda della pellicola e tagliare in strisce le pellicole dopo l'essiccazione; alcune mollette, di legno o metallo, per appendere le pellicole a un filo per l'essiccazione.
TECNICA DELLO SVILUPPO DEL NEGATIVO
Dietro quasi tutte le buone stampe fotografiche c'è un negativo esposto e trattato correttamente. Per produrre un negativo in b/n da una pellicola esposta ci sono quattro fasi principali: sviluppo, bagno di arresto, fissaggio, lavaggio ed essiccazione.
Sviluppo: il concetto base di sviluppo e convertire l'immagine latente nella pellicola esposta in un'immagine reale. Quando la foto viene scattata, i cristalli di alogenuro di argento esposti alla luce si trasformano, ma tale processo è invisibile. Lo sviluppo trasforma questi cristalli portando in vita l'immagine latente. In questa prima fase, dopo aver caricato la pellicola nella tank ed aver preparato la necessaria quantità di soluzione di lavoro dello sviluppo, si versa il rivelatore rapidamente nella tank, facendo preliminarmente attenzione all'inizio del tempo si sviluppo, (eventualmente usando un apposito contaminuti ). I tempi di sviluppo sono suggeriti dal fabbricante del rivelatore e si intendono per una temperature di sviluppo di 20°C. Temperature inferiori richiedono un allungamento del tempo di sviluppo, viceversa per temperature superiori. Occorre tener presente, tuttavia, che, a parità di temperatura, allungando il tempo di sviluppo si aumenta i contrasto dell'immagine e viceversa.
Arresto: il bagno di arresto (acido acetico) è un bagno intermedio tra lo sviluppo e ii fissaggio, utilizzato per non contaminare quest'ultimo. Generalmente e sufficiente, in funzione dell'arresto, un bagno breve sotto l'acqua corrente.
Fissaggio: anche dopo lo sviluppo, l'immagine in realtà non e visibile perché gli alogenuri d'argento non esposti sono ancora presenti nell'emulsione. II bagno di fissaggio libera così) gli alogenuri non esposti e li rende solubili in acqua, cosicché possano essere risciacquati per lasciare visibile l'immagine. Considerata la delicatezza di questa operazione, e bene che ii bagno di fissaggio sia sempre fresco e non eccessivamente sfruttato.
Lavaggio finale: avviene in acqua corrente, mediante l'apposito iniettore di lavaggio. E' necessario per eliminare le tracce del bagno di fissaggio che, altrimenti, farebbero ingiallire la pellicola. A circa 20°C sono necessari almeno 20 minuti di lavaggio. Attenzione: più il bagno di fissaggio è sfruttato, più lungo deve essere il lavaggio finale.
Essiccamento: si ottiene lasciando la pellicola appesa a un filo. E' opportuno non toccare mai la pellicola con le mani, inoltre, per eliminare le tracce di calcio e consigliabile aggiungere all'ultima acqua di lavaggio alcune gocce di tensioattivo o imbibente.
Vediamo concretamente come si svolgono le varie fasi dello sviluppo: preliminarmente si prende il caricatore (al quale avremo lasciato sporgere la coda durante il riavvolgimento), si taglia la coda avendo cura di arrotondare gli angoli per agevolare l'inserimento nella spirale (quest'ultima operazione deve essere effettuata al buio totale). Se il caricamento nella spirale provoca un inceppamento, occorre assolutamente ricominciare da capo e non forzare mai la pellicola. Un'altra avvertenza e quella di non piegare la pellicola, ma lasciarla sempre scorrere "in curva"; ogni piegatura corrisponderà ad un segno indelebile sul fotogramma. Per acquistare familiarità con il caricamento e consigliabile esercitarsi con una pellicola vecchia, alla luce. Dopo aver caricato la pellicola nella tank e averla richiusa accuratamente con l'apposito coperchio, e possibile procedere alla fase di sviluppo a luce ambiente.
Si prepara, per prima cosa, la soluzione di sviluppo, in misura proporzionale alla pellicola da trattare (su ogni tank sono indicate le quantità necessarie). La temperatura di questa soluzione dovrebbe essere di 20°C, ma sono ben tollerate temperature da 17 a 25°C, che comporteranno un aumento o diminuzione della durata del tempo di sviluppo.
Stabilito il tempo di sviluppo necessario per la nostra temperatura di lavoro, possiamo aumentare o diminuire il contrasto modificando ulteriormente il tempo stabilito. Dopo aver "segnato" l'inizio del tempo di sviluppo, si versa rapidamente la soluzione nella tank, si chiude poi con il tappo ermetico in dotazione. Per la rimanente durata del tempo di sviluppo si capovolgerà la tank più volte all'inizio di ogni minuto, di solito per i primi 10 secondi. Dopo aver completato lo sviluppo si toglie velocemente la soluzione e si procede ad un lavaggio intermedio o a un bagno di arresto vero e proprio; e importante che la temperatura di questo bagno e dei successivi, non si discosti troppo da quella dello sviluppo, essa dovrebbe essere contenuta entro i 5°C di differenza, dato che l'immersione in acqua fredda potrebbe provocare la "reticolazione", ossia la formazione nell'emulsione di un reticolo di sottili crepe.
Completato anche l'arresto (che non deve superare uno o due minuti per l'intera operazione) si procede al fissaggio, all'inizio del quale si ruotano le spirali per eliminare le bolle d'aria. La durata del fissaggio varia da due a quattro o cinque minuti, a seconda del tipo di fissaggio e del suo grado di freschezza. Nel fissaggio la temperatura non è critica come nello sviluppo. Ogni litro di fissaggio diluito alla soluzione di lavoro e sufficiente per 15-20 pellicole.
II lavaggio finale avviene con l'apposito iniettore, collegato all'acqua corrente. Se il getto d'acqua ha una certa pressione, sono sufficienti, per un lavaggio ottimale, 15-20 minuti. Dopo il lavaggio, nell'ultima acqua rimasta nella tank, si aggiungono alcune gocce di tensioattivo e si agitano le spirali per mezzo minuto circa, lentamente, per non produrre troppa schiuma.
Nella foto l'iniettore e' stato fatto con del materiale facilmente reperibile e di basso costo. La parte bianca e' un clasico rompigetto da rubinetto al quale e' stata tolta la parte finale per aggiungerci un tubo di gomma del diametro leggermente inferiore al foro centrale della tank.
Infine la pellicola viene tolta dalla spirale - sempre senza piegarla, ma curvandola e tenendola lateralmente - e si appende a un filo con una molletta qualsiasi, avendo cura di lasciare la coda iniziale in basso, per poterlo poi tagliare dall'inizio. Anche in basso è consigliabile mettere una o due mollette, per tenere ben tesa la pellicola.
Siamo giunti al termine del processo di sviluppo: in 30-40 minuti la pellicola sarà già pronta per essere tagliata in strisce da 6 fotogrammi, da inserire negli appositi album.
ERRORI COMUNI DI SVILUPPO
Molti errori nel trattamento del b/n sono dovuti soltanto all'operatore. I due errori piu comuni sono il sovra e il sottosviluppo.
Sovra sviluppo: dà un negativo denso da cui si ha in stampa un'immagine molto contrastata. E causato sia dalla troppo lunga permanenza nello sviluppo o dalla troppo alta temperatura del bagno. Da non confondere i negativi sovra sviluppati con quelli sovraesposti, che sono normalmente scuri e non stampano immagini contrastate.
Sottosviluppo: E' causato da bassa temperatura, da sviluppo troppo breve o da un rivelatore scaduto o debole. Questo tipo di negativo e tutto debole, a differenza dei negativi sottoesposti che mostrano i dettagli dell'ombra.
Macchie di essiccazione: sono chiazze di sporco sulla pellicola, causate da depositi chimici se la pellicola non e stata ben lavata.
Macchie a mezzaluna: e un difetto tipico delle pellicole a rullo, più difficili da caricare nella spirale. E' causato da una attorcigliatura o piegatura delta pellicola nella spirale, durante la sua introduzione nella tank.
Velatura nella fotocamera: se entra luce sulla pellicola mentre e nell'apparecchio, oppure nel rullino, sulle estremità risulteranno zone opache, anche se la parte centrale dovrebbe essere chiara.
Graffiature: graffi paralleli indicano che il velluto del rullino o la pinza tergi pellicola non sono puliti.
Velatura: le aree opache che dovrebbero essere pulite e chiare, sono quasi certamente dovute a luce che ha raggiunto la pellicola durante il caricamento della tank. Una opacità diffusa su tutta la pellicola potrebbe avere anche altre spiegazioni: potrebbe essere un residuo di alogenuro d'argento che non e stato rimosso dal fissaggio.
Strisce non sviluppate: se sono su un lato della pellicola, potrebbero essere causate da una quantità insufficiente di rivelatore nella tank. Le pellicole devono essere immerse completamente net rivelatore. Se una pellicola viene sviluppata in una tank a due spirali, e possibile che durante l'agitazione una spirale muova verso l'alto.