Ad ogni modo le notizie che vedo ultimamente una riguarda Leica che licenzia 100 dei suoi e assume 40 tecnici specializzati in computational photography ( https://www.dpreview.com/news/131671987 ... hotography ) e l'altra è Nikon che investe soldi in una startup che lavora AI applicata all'imaging ( https://www.dpreview.com/news/726908615 ... rtup-wrnch ).
Pare quindi che, nel 2019, si siano ora resi conto che il sensore, ancor prima di immagini, tira fuori dati e con questi dati si possono fare tante cose. Una di queste, della quale quasi inconsapevolmente si fruisce usando uno smartphone, è la facilità con cui ottenere buone foto (inteso come elaborazione per arrivare al risultato desiderato): alla base ci sono appunto la computational photography, ovvero l'elaborazione spinta dei dati per ottenere sia gli effetti della post-produzione sia gli effetti legati all'uso di obiettivi e tecniche fotografiche, e dall'altra l'addestramento di AI dedicate ad analizzare la scena e produrre un ventaglio di possibilità adatte al contesto reale in cui si scatta la foto.
In futuro, quindi, è lecito pensare che ottenere una buona foto (tecnicamente... cioè come post-produzione e parametri di scatto) sarà ancora più facile per tutti... un po' come è avvenuto confrontando il fotografare di 50 anni fa rispetto ad oggi.
Personalmente credo anche che è da queste innovazioni che possa venire una nuova rivoluzione fotografica (analoga al passaggio analogico/digitale).
Ciao
Jenner